giovedì 28 marzo 2013

Il bon ton delle parole




Credi di fare un piacere a una persona,
 lei accetta per cortesia e si hanno due insoddisfatti
Dici a  una persona quello che vuoi dire,
 a lei non piace,  si hanno due arrabbiati.
Quale è meglio?
Quante parole puoi usare per spiegarti senza uscire dal bon ton?
Con poche parole hai paura di non essere capito
con tante di essere  pedante e noioso
e di volere per forza imporre la tua visione delle cose.

I metodi di comunicazione sono stati  studiati più per pervenire ad uno scopo di plagio che per l’importanza di un equilibrato raffronto di idee. Si studia la comunicazione più per diventare capi che formatori.
Abituati poi a subire gli incessanti assalti della pubblicità abbiamo quasi il timore che ogni dialogo possa nascondere reconditi motivi di manipolazione mentale e ci difendiamo chiudendo il cervello alla novità; peccato che invece non ci accorgiamo di quanto sia invece più subdolo il vero condizionamento al quale siamo sottoposti quotidianamente sottoforma di messaggi subliminali.
Non abbiamo quindi da difenderci dal dialogo, unica nostra reale risorsa a zero spese, costa solo un po’ di energia fra l’altro ecosostenibile, non si può dire: “non parlo altrimenti travisano le mie parole”, non è permesso esordire: “non parlo perché poi non cambia niente”, non accettare il contraddittorio, abbandonarsi a luoghi comuni ci rende schiavi di un qualunquismo che ci toglie il diritto di lamentarci di ciò che accade perché stiamo lì, indifferenti, a subirlo. 

1 commento:

  1. Il dialogo è essenziale per vivere bene le relazioni umane e per crescere umanamente e intellettualmente.La tua riflessione mi è piaciuta e l'ho condivisa su facebook con i miei mille e cento amici.Buona domenica carissima e gentilissima Carla.
    Con affetto Enzo Accardo.

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