Spesso ci lamentiamo che gli italiani non rispettano le
regole
Dal mio punto di vista
l’esagerata legiferazione e regolamentazione, la sussistenza e coesistenza di norme vecchissime mai abrogate con norme
nuove a volte contraddittorie e il nostro modo
cavilloso di esprimere anche i più semplici concetti, contribuiscono ad
elevare il livello del disordine entropico della nostra società.
La difficoltà del cittadino e a
volte persino dei soggetti preposti a pubblici servizi a comprendere le norme, produce una certa forma di anarchia impropria, cioè non di una vera ideologia politica
basata sulla libertà dell’individuo contrapposta al potere statale, ma un disordine sociale, una diffusa e
praticata illegalità favorita dal caos.
L’ignoranza della legge non è
ammessa dall’ordinamento italiano (art. 5 del Codice Penale), solo nel 1988 una
sentenza della Corte Costituzionale ha introdotto un’eccezione che riguarda
solo il caso in cui la mancata conoscenza abbia il carattere dell’inevitabilità causata da persistenti contrasti
interpretativi determinati da un’eccessiva complessità o persistenza di norme
contraddittorie, ma conoscere e capire le leggi italiane è quasi una chimera.
Non è comprensibile quale sia la
ragione che muove i nostri legislatori a perseverare nel formulare testi di legge, decreti,
circolari poco chiari tutti necessari a illustrare la stessa norma per la quale
sarà necessario comunque un chiarimento interpretativo per giungere alla sua applicazione.
Un normale cittadino come può
districarsi in questa selva di norme statali e locali senza sbagliare?
Come può un impiegato immergersi
quotidianamente nello studio di normative partendo dai regi decreti ad oggi
solo per arrivare a svolgere un normale lavoro ed essere sicuro di compierlo bene?
Perchè bisogna lavorare a colpi di
quesiti posti a ministeri o a pareri di avvocati ecc. ? Fortuna che abbiamo anche ideato un Ministero atto alla semplificazione! Potrei fare decine di esempi di norme contraddittorie, non esaustive per quanto prolisse e non ottemperate solo basandomi sulla mia quotidiana esperienza lavorativa di semplice impiegata statale. Leggi che ne citano altre che sono attinenti ad altre ancora, sfilze di riferimenti ex legibus, nuove leggi inapplicate perchè rimandano a regolamenti attuativi mai realizzati, sentenze che creano precedenti altre assolutamente contrastanti. Non riesco a comprendere se
questo modo tutto italiano di legiferare e portare in esecuzione leggi sia frutto
della nostra complessità culturale, della nostra
particolare forma mentis, o se è semplicemente creato ad hoc per
creare una confusione atta ad alimentare la
fruizione del servizio di alcune lobbies che risultano indispensabili ai
cittadini anche per l’effettuazione di normalissime operazioni.
Questo caos, accrescendo la paura
del'errore, moltiplica anche la
possibilità che questi “aiuti” per la risoluzione dei problemi non siano sempre propriamente limpidi. Fornisce
energia a comportamenti mafiosi intesi come produzione di illeciti favori in
cambio di denaro o altro.
Le svariate interpretazioni
consentono quindi ad alcuni di approfittarne per aggirare la legge e fomentare forme
di illegalità correlate.
Con questo non voglio dire che l'Italia sia un paese di disonesti, ho fiducia ed ammiro la preparazione e l'integrità di tanti professionisti e non, ma credo fermamente che la semplificazione sia possibile a beneficio della collettività in ogni ambito sociale.
Con questo non voglio dire che l'Italia sia un paese di disonesti, ho fiducia ed ammiro la preparazione e l'integrità di tanti professionisti e non, ma credo fermamente che la semplificazione sia possibile a beneficio della collettività in ogni ambito sociale.
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