sabato 16 marzo 2013

Fatta la legge trovato l’inganno



Spesso ci lamentiamo che gli italiani non rispettano le regole
Dal mio punto di vista l’esagerata legiferazione e regolamentazione, la sussistenza e coesistenza  di norme vecchissime mai abrogate con norme nuove a volte contraddittorie e il nostro modo  cavilloso di esprimere anche i più semplici concetti, contribuiscono ad elevare il livello del disordine entropico della nostra società.
La difficoltà del cittadino e a volte persino dei soggetti preposti a pubblici servizi a comprendere le norme, produce una certa forma di anarchia impropria, cioè non di una vera ideologia politica basata sulla libertà dell’individuo contrapposta al potere statale,  ma un disordine sociale, una diffusa e praticata illegalità favorita dal  caos.
L’ignoranza della legge non è ammessa dall’ordinamento italiano (art. 5 del Codice Penale), solo nel 1988 una sentenza della Corte Costituzionale ha introdotto un’eccezione che riguarda solo il caso in cui la mancata conoscenza abbia il carattere dell’inevitabilità  causata da persistenti contrasti interpretativi determinati da un’eccessiva complessità o persistenza di norme contraddittorie, ma conoscere e capire le leggi italiane è quasi una chimera.
Non è comprensibile quale sia la ragione che muove i nostri legislatori a perseverare  nel formulare testi di legge, decreti, circolari poco chiari tutti necessari a illustrare la stessa norma per la quale sarà necessario comunque un chiarimento interpretativo per giungere  alla sua applicazione.
Un normale cittadino come può districarsi in questa selva di norme statali e locali senza sbagliare?
Come può un impiegato immergersi quotidianamente nello studio di normative partendo dai regi decreti ad oggi solo per arrivare a svolgere un normale lavoro ed essere sicuro di compierlo bene?
Perchè bisogna lavorare a colpi di quesiti posti a ministeri o a pareri di avvocati  ecc. ? Fortuna che abbiamo anche ideato un Ministero atto alla semplificazione! Potrei fare decine di esempi di norme contraddittorie, non esaustive per quanto prolisse e non ottemperate solo basandomi sulla mia quotidiana esperienza lavorativa di semplice impiegata statale. Leggi che ne citano altre che sono attinenti ad altre ancora, sfilze di riferimenti ex legibus, nuove leggi inapplicate perchè rimandano a regolamenti attuativi mai realizzati,  sentenze che creano precedenti altre assolutamente contrastanti.  Non riesco a comprendere se questo modo tutto italiano di legiferare e portare in esecuzione leggi sia frutto della nostra complessità culturale, della nostra particolare forma mentis, o se è semplicemente creato ad hoc per creare una confusione atta ad alimentare la fruizione del servizio di alcune lobbies che risultano indispensabili ai cittadini anche per l’effettuazione di normalissime operazioni.
Questo caos, accrescendo la paura del'errore, moltiplica anche  la possibilità  che questi  “aiuti” per la risoluzione dei  problemi non siano sempre propriamente limpidi. Fornisce energia a comportamenti mafiosi intesi come produzione di illeciti favori in cambio di denaro o altro.
Le svariate interpretazioni consentono quindi ad alcuni di approfittarne per aggirare la legge e fomentare forme di illegalità correlate.
Con questo non voglio dire che l'Italia sia un paese di disonesti, ho fiducia ed ammiro la preparazione e l'integrità di tanti professionisti e non, ma credo fermamente che la semplificazione sia possibile a beneficio della collettività in ogni ambito sociale.

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