lunedì 8 aprile 2013

un decreto curioso



Anche se sono passati ormai 4 anni, trovo interessante parlarvi di quanto fu disposto dal decreto interministeriale del 16 aprile 2009 prchè, almeno che io sappia, nessuno ha mai messo in evidenza, pubblicizzato o commentato in qualche modo il suo contenuto. 
Io ne sono venuta a conoscenza per motivi di lavoro, ma  mi è sempre parso strano che la stampa non si sia mai occupata di un argomento che si presta senza dubbio a molteplici osservazioni. 
L’art. 1 infatti decreta che al personale dei ruoli marescialli e sergenti delle Forze armate nonchè agli ispettori e sovrintendenti dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza che abbiano frequentato e completato con esito favorevole i corsi di formazione generale, professionale e di specializzazione presso scuole ed istituti di formazione militari, presso i Reparti di impiego o presso scuole e centri di specializzazione, qualificazione e aggiornamento professionale anche non militari, sia in Italia che all'estero è riconosciuto, a domanda, il corrispondente Diploma di qualifica dei corsi di studio dell'istruzione professionale, secondo una la tabella annessa al  decreto e i successivi aggiustamenti alla tabella stessa.
Questo ha dato la possibilità a molti militari di avere riconosciuta una qualifica professionale, che normalmente si consegue dopo tre anni di frequenza ad un Istituto scolastico superiore e il superamento dell'esame finale,  solo per avere effettuato corsi di rilevanza molto discutibile per un numero risibile  di ore dal momento che il decreto non ne stabilisce un tetto minimo.
Per fare un esempio un corso per Capo Fanfara può fruttare un diploma professionale di operatore della gestione aziendale, ma con quale attinenza? 
Profilo professionale
L'operatore della Gestione Aziendale è in possesso di una valida cultura di base e di preparazione professionale che gli consentono sicure competenze operative nella elaborazione delle scritture, nonchè nello svolgimento di mansioni esecutive dei lavori di ufficio, anche con margini di autonomia operativa, con prestazioni che assicurino il funzionamento efficiente dei vari uffici. In particolare l'Operatore della Gestione Aziendale svolge compiti di redazione della corrispondenza ordinaria, anche in due lingue straniere, di protocollo, di archivio, di compilazione di documenti, di esecuzione e rielaborazione delle rilevazioni contabili, di gestione aziendale e video-scrittura sull'elaboratore elettronico. La polivalenza e la flessibilità della sua preparazione offrono la garanzia di adeguamento alle esigenze del mondo del lavoro e di aderenza alla dinamica di riconversione lavorativa.



Balza all’occhio la disparità di trattamento con le Forze di Polizia civile che  non essendo contemplate da questo decreto vengono di fatto escluse, ma potremmo tranquillamente allargare il campo a tutti i civili.
Perché un militare dovrebbe meritarsi un simile privilegio e un civile no?
Si parla ormai da decenni, senza aver mai prodotto nulla di fattivo, della possibilità di creare negli istituti scolastici commissioni atte a valutare i crediti formativi dei lavoratori che intendano reinserirsi in un percorso scolastico senza dover ripartire da zero traducendo le esperienze lavorative in  vere e proprie idoneità valide per l’accesso ad una certa classe di un Istituto scolastico superiore.
Qualcosa era stato fatto sulla carta ma nulla di realizzato, agli effetti pratici un civile - che per tanti anni ha svolto un lavoro anche di una certa complessità e con ottimi risultati - che intende conseguire un diploma attinente al suo percorso lavorativo, deve comunque riprendere gli studi dalla classe immediatamente successiva all’ultima frequentata con promozione, sempre che la cosa non comporti anche l’obbligo di dover sostenere prima un esame d’idoneità qualora volesse cambiare percorso  o fossero intervenute nel frattempo riforme che  abbiano conseguentemente apportato la variazione dei relativi piani di studio.
Nulla da dire, così sono le regole, ma se le regole cambiano perché solo per alcuni?
Si crea direi un’inspiegabile discriminazione. 
Per quale motivo chi svolge una carriera militare deve meritarsi un diploma “omaggio”? Senza nulla togliere dell'importanza e del valore che rivestono le funzioni dei suddetti militari, i corsi da loro stessi  portati quale credito formativo constano  di esigue ore di frequenza al termine delle quali spesso non è previsto né un esame, né alcun voto finale. Io credo che, ai fini della progressione della carriera, sarebbe giusto valutare i meriti dei lavoratori, non solo i titoli che a volte non rendono giustizia, ma il titolo, per essere spendibile ed avere valore deve dimostrare di essere guadagnato. Certo queste persone, se vogliono conseguire  il diploma di Stato, devono poi proseguire il percorso scolastico come tutti gli altri cittadini, ma rimane comunque secondo me un interrogativo circa l’equità di questo decreto ed il suo reale scopo.