martedì 31 dicembre 2013

estremismi

L’estremismo fa paura perché anche se la parola “estremo” suggerisce un limite, in realtà non esiste limite all’eccesso.
E’ di questi giorni la notizia di una giovane, affetta da numerose e gravi malattie, minacciata di morte solo perché ha manifestato consenso nei confronti della sperimentazione delle medicine sugli animali, convinta che questi test, al momento attuale, ancora contribuiscano a salvare la vita a molte persone.
Non so se sia vero che la sperimentazione animale apporti benefici agli umani, non ho le conoscenze appropriate e d’altro canto gli stessi studiosi hanno pareri discordi, anch’io, come mi auguro ogni altro essere umano, ho dei dubbi e aborro qualsiasi tipo di sofferenza finanche vegetale, ma non sopporto nessun tipo di radicalizzazione perché ne consegue la limitazione del dialogo democratico, l’abbruttimento dei rapporti interpersonali e l’ impossibilità di giungere a conclusioni equilibrate.
Gli animalisti che non tollerano - giustamente - chi maltratta gli animali, ma si permettono di minacciare e augurare la morte alle persone solo perché esprimono un’idea, si sentono meglio di chi?
Mi pongo allora alcune domande. Queste persone non si rendono conto che loro stessi sono umani e che si comportano peggio delle persone che criticano?
Saranno pronti a soccorrere i bisognosi, a nutrire gli affamati, a battersi contro le discriminazioni razziali, saranno tutti vegetariani?
Gli animali che difendono hanno tutti gli stessi diritti o c’è una scala d’importanza? Di sicuro non ammazzerebbero neppure un  mosca!
Se fossero contadini accetterebbero di buon grado che caprioli e cinghiali distruggessero il loro raccolto e quale dilemma di fronte al dubbio se difendere il lupo o la capretta!
Di sicuro saranno tutti perfetti, si faranno curare le ferite con la saliva dei loro cani che porteranno rigorosamente al guinzaglio o con la museruola per salvaguardare i diritti degli altri, raccogliendo escrementi col sorriso sulle labbra.
Nemmeno se esistesse la perfezione giustificherei l’oltranzismo, nessuno deve impedire a un’altra persona di dire ciò che pensa in pace, perché il dialogo è proprio quella qualità umana, unica, che può elevarci ad un rango superiore a quello del regno animale.
In quanto essere umani siamo difettosi, se gli animali potessero parlare probabilmente ci racconterebbero dei soprusi che  subiscono anche da parte di chi dice di amarli perché comunque opera delle scelte per loro  limitando inevitabilmente la loro libertà.. 

venerdì 20 dicembre 2013

un pullo paffutello



Stasera nel mio giardino
ho trovato un cucciolino
è figlio di una civetta
che  andava molto di fretta
era lì un po' sparuto
quando l'ho conosciuto
di sicuro gli mancherà
la mamma
quando dovrà fare la nanna
ninna nanna
ninna o
a un piccolo pullo canterò!











domenica 15 dicembre 2013

Ninna o

No non è un dolce con la panna
È Agata che fa la nanna
Con lo zio Niccolò
Fa la ninna ninna o
È profumo di bambina
È uno zio con la nipotina
È dolcezza di bignè
È uno zio con il bebè
Fai la ninna fai la nanna
Cioccolato con la panna

gatto fermaporta




ogni riccio un capriccio





lunedì 9 dicembre 2013

libertà di pensare


Costruisco un quadrato
e come una tartaruga continuo a intestardirmi e sbattere contro gli spigoli,
spingo,
spingo,
ma non mi muovo.
Costruisco un triangolo
e il vertice alto mi attira come una vetta da raggiungere a tutti i costi,
fatico,
sudo,
ma - quando giungo in cima - scopro che non è quello che volevo veramente.
Costruisco un cerchio
e continuo a girare senza meta ritrovandomi sempre al punto di partenza,
mi gira la testa e sono sfinita.
Costruisco una parabola,
aperta,
illimitata,
la percorro,
scivolo, ma trovo l’uscita,
sono libera di scegliere dove andare,
non devo sprecare questa occasione,
mi prenderò il tempo per pensare,
la più grande delle libertà.

venerdì 6 dicembre 2013

Un gatto randagio cerca casa












geometria


Anche se non vogliamo, tutto quello che diciamo o scriviamo rispecchia inevitabilmente parte della nostra realtà che, anche quando non parliamo esplicitamente di noi, traspare, seppure liberata dagli schemi, colorita dalla fantasia, dallo scherzo o addirittura dalla bugia.
Quello che siamo trasuda comunque da ogni nostra manifestazione e, per assurdo, proprio il tentativo di camuffarci dietro ad una maschera spesso evidenzia  i sogni e le paure che cerchiamo di nascondere perfino a noi stessi.
C’è sempre un motivo alla base delle nostre azioni pertanto, anche quando ci sforziamo di essere diversi, in realtà esprimiamo il nostro io.
Così come non possiamo falsificare totalmente il tratto calligrafico di un’altra persona perché è unico come il DNA, così non riusciamo a estrometterci da ciò che scriviamo nemmeno se elaboriamo un testo di pura fantasia.
Personalmente credo che anche lo scherzo sia - più o meno consciamente - un atto liberatorio, un messaggio filtrato e ingentilito dal linguaggio dell’umorismo tramite il quale possiamo dire molta più verità di quanto  oseremmo fare in una normale discussione.
Se la comunicazione verbale e scritta parlano di noi, ancor prima il nostro corpo si esprime inconsapevolmente tramite  gesti ed espressioni.
Insomma, che ci piaccia o no, i messaggi corporei sono più o meno coerenti con le nostre parole contribuendo a realizzare il nostro autoritratto.  
Certo la lettura non è facile e capita di dover interpretare la nostra stessa immagine, ma anche le cose quotidiane, apparentemente banali, trasmettono notizie su di noi.
Ad esempio, cose ne pensate del fatto che non riesco a tirare le righe con il righello, il suo utilizzo non comporta una particolare manualità, ma le righe mi risultano sempre storte, non porto l’orologio e, se lo indosso, non  mantiene l’ora, impazzisce  come la calcolatrice che usavo quando ero una studentessa.
Comunque difficilmente guardo che ore sono, non leggo  nessun tipo d’istruzione, odio consultare gli orari dei mezzi pubblici, ho la repulsione per i bagagli, vorrei viaggiare libera, leggera, ma - in ogni caso - la mia valigia non si chiude mai.
Non memorizzo la pubblicità, non faccio l’elenco della spesa e riempio il carrello così disordinatamente che dopo due prodotti non ci sta più dentro niente,  per cucinare non utilizzo ricettari e non peso gli ingredienti.
Mi piace l’ordine, ma odio le cose troppo schematiche.
Qualcuno è capace di interpretarmi?

I due testi “Geometria” in data odierna e “Sinceramente” in data 23 marzo sembrano essere contradditori. Apparentemente uno confuta l’altro perché “Sinceramente…” parla della difficoltà di essere sinceri; “Geometria” invece dell’impossibilità di falsificarsi totalmente.
In realtà l’uno avvalora la tesi dell’altro evidenziando la complessità dell’uomo e le sue contraddizioni.
La natura umana non conosce bianco o nero, ritengo che sia un errore classificare le azioni, i sentimenti e le manifestazioni umane in genere, con terminologie nette ed estremiste, ma con la mescolanza di pochi colori primari il nostro mondo si arricchisce di un’infinita gamma di  colori e infinite  sfumature si possono produrre con l’integrazione di un piccolo componente che appare insignificante. Indispensabile poi valutare l’influenza della luce attraverso la quale  guardiamo!




giovedì 21 novembre 2013

ELUCUBRAZIONI

Che senso ha ricevere un elogio immeritato? Dentro di noi sappiamo qual’è la verità, a che serve essere apprezzati per una qualità o un merito che non abbiamo?
I complimenti non mi dispiacciono, devo ammetterlo, ma anche le rare volte che mi accorgo di meritarli m’incutono un certo timore. Non tanto perché possono nascondere uno scopo o essere solo una merce di scambio per imbonire o ottenere più attenzioni, ma perché in qualche modo immobilizzano immortalandoti in una particolare condizione, magari unica, rendendola per sempre statica.
Mi spiego meglio, essere fortemente apprezzato per un determinato comportamento o per il possesso di una particolare dote equivale - in alcuni casi - a essere etichettato e condizionato a mantenere a tutti i costi tale merito privandoti in qualche modo della spontaneità necessaria ad esprimerti liberamente.
L’elasticità di pensiero e di movimento è indispensabile per mantenere un equilibrio, per accettare i propri errori e i propri meriti senza farsi condizionare né dagli uni né dagli altri.
Uno di questi errori è proprio non accettare il nostro essere e il nostro divenire a volte contradditorio.
Voglio consentirmi di sbagliare perché, sarà anche un luogo comune, ma è proprio sbagliando che s’impara e se ti pongono in una posizione troppo alta, non trovi lo spazio per crescere, arrivi a un punto in cui sbagliare non è più consentito. Poiché l’errore alla fine è inevitabile, si prova a nasconderlo correndo il rischio di trovarne a tutti i costi la “giustificazione” o ad aggiustarlo non ponendone valido rimedio ma negandolo o canonizzandolo.
Sia al genere umano come quello animale, è necessario un capo che - per acquisirne l’autorità - dovrà necessariamente porsi su di un piedistallo, ma se questa non sarà accompagnata dall’autorevolezza, il sostegno tenderà a sgretolarsi. Essendo il capo, come ogni persona anch’egli fallibile, dovrà accettare la sua fallibilità e contornarsi di persone di fiducia, ma potendo anch’esse cadere in difetto, ritengo che solo chi è sicuro delle proprie capacità ma avrà l’umiltà di mettere in discussione le proprie credenze riuscirà a operare per il bene comune.
Sono certa che questo testo presenti un forte contrasto tra il mio fortissimo desiderio di apprezzamento che mi fa sentire come cucciolo spaurito in cerca di una carezza e la paura di essere incatenata al sentimento di devozione e gratitudine che avverte per il suo padrone.

Sono rispettosa delle regole e ne condivido la necessità, ma non tollero la costrizione, mi piace  muovermi fra le pieghe della vita, con il suo saliscendi, accettando le contraddizioni legate ad emozioni e a sentimenti che non possiamo controllare oppure frutto di una sana evoluzione e di un sincero cambiamento di opinione.
La  perfezione è fallace, l’unica perfezione è l’imperfezione.

mercoledì 13 novembre 2013

ORIZZONTE LETTERARIO CONTEMPORANEO


La scorsa estate ho ricevuto un e-mail da Daniel Dragomirescu, editore di "Contemporary Literary Horizon"/"Orizzonte Letterario Contemporaneo", una rivista interculturale fino a quel momento per me sconosciuta, mi chiedeva molto gentilmente se ero interessata a collaborare fornendo loro una contribuzione di natura letteraria, artistica o culturale.
E’ stata per me una vera sorpresa anche perché non capivo come avesse saputo della mia passione - a volte vera e propria necessità - di esprimere a parole e non solo a parole, i miei pensieri.
Dopo aver chiesto alcune spiegazioni ho saputo che mi ha conosciuto attraverso l’attività del mio blog.
Devo dire che sono stata in un primo momento molto lusingata, ma riflettendoci meglio mi sembrava strano perchè non mi ritenevo all’altezza di tale richiesta.
Ovviamente ho fatto alcune ricerche per accertarmi che si trattasse di una proposta seria e son rimasta meravigliata nello scoprire il valore intrinseco della Rivista multiculturale OLC la quale ha come finalità l’intento di valorizzare una profondità spirituale che puo’ emergere solo da varieta’ di espressioni indipendenti da schemi precostituiti e permette quindi di "liberare" la comunicazione fra le mille sfaccettature della nostra “diversità”.
Autori di tutto il mondo convergono in questa rivista senza alcuna discriminazione ed è questo motivo che mi ha convinto a dare il mio piccolissimo contributo perché  le molteplicità di espressioni sono alla base dell’arricchimento culturale di tutti.
Oggi ho ricevuto – tramite servizio postale - la mia copia della rivista in cui sono pubblicate due mie poesie "DIVERSA DA TE" e "SE FOSSE SERA" che sono state anche tradotte in lingua rumena e ne sono orgogliosa.
Se volete visitare il blog di Daniel Dragomirescu
 http://contemporaryhorizon.blogspot.it/ 

troverete pubblicato un post del 20 ottobre con l’immagine della copertina della rivista bimestrale e l’elenco degli autori, mi troverete nel sommario sotto la voce   ALTRI ORIZZONTI POETICI.



Se volete rileggere "diversa da te" la trovate nel mio post del 3 dicembre 2012
http://cuoredisasso.blogspot.it/2012/12/diversi.html



se fosse sera

Vorrei che fosse sera
per restare con te
nella pace del tuo respiro
coperta dal tuo calore
nel palmo della tua mano













lunedì 28 ottobre 2013

northern saw whet owl (AGATA)


Essere nonna è un’esperienza meravigliosa, ripercorro le tappe della mia maternità, ma con un corredo di esperienze in più che porgo a mia figlia quando lo richiede.
Fra l’altro madre e figlia si assomigliano tantissimo, tanta energia da spendere e pochissima voglia di chiudere gli occhi…
In questo periodo di “assestamento”, trovo comunque un po’ di spazio per dipingere ed ecco il primo gufo che chiamerò AGATA.  Una cosa in comune con lei ce l’ha infatti, non dorme di notte!


questo il sasso che ha colpito la mia attenzione 




foto che mi ha ispirata

ed ecco quello che ne è uscito












martedì 1 ottobre 2013

oggi nonna!

Stamattina finalmente la telefonata: Chiara è in travaglio e avrà il suo bambino!
Nella sala d'attesa prendo carta e penna e per passare il tempo scrivo:

Stai nascendo, non so ancora come sarai fatto, se sarai maschio o femmina, per il momento mi rivolgo a te con il genere maschile, come si fa di solito quando si parla del "bambino".
Mentre nasci vorrei scriverti qualcosa di importante, quelle frasi giuste che quando uno le rilegge pensa: "ma davvero le ho scritte proprio io?", insomma qualcosa di intelligente, ma in testa ho solo soffice ovatta.
Una vita nasce, la natura ha il sopravvento e cerca di ignorare quello che di negativo la circonda, l'amore è sempre più forte del dolore e della paura.
Nasci oggi, io lo sapevo, non dicevo niente, ma lo sapevo. Non voglio dire che sesso hai, ma credo di sapere pure quello, nasci nel giorno in cui è nata la mia mamma.
Tua madre non l'ha mai conosciuta ma porta il suo nome e lo porta benissimo, sembrano gemelle nell'anima, due persone fantastiche.
Il giorno in cui io sono nata, l'11 agosto era il suo onomastico ed è quindi l'onomastico di tua mamma che festeggia il suo compleanno l'11 ottobre.
Tu non potevi che nascere oggi e se sarai femmina ti chiamerai Agata, se sarai maschio Pietro.
Questi i nomi che i tuoi genitori hanno scelto per te, pensandoci e ripensandoci per nove mesi, apprezzali, sarà bello chiamarti, col tuo nome andrai a spasso e crescerai e sarà bellissimo come te.
La tua mamma ad esempio calza il suo nome a pennello, Chiara è limpida, semplice, bella, solare e piena di vita e sarà per te una mamma coi fiocchi e io ho avuto la fortuna di essere qui ad attendere la tua nascita!
Sono qui a parlarti e non sei ancora nato piccolo cucciolo, in attesa di sapere quale fiocco appendere alla mia porta, ne ho uno rosa e uno azzurro, quelli che ho appeso quando è nata tua madre e i tuoi due zii che sono anch'essi ansiosi di conoscerti insieme a tuo nonno che è qui con me.
La tua mamma in questi ultimi giorni ha confezionato per te un grande sole giallo da appendere alla porta della sua casa e avvisare tutti della tua nascita. L'ha confezionato con una grandissima cura, cucendolo a mano e creando anche il tuo nome da appendere sotto con tanti sonaglini che suonano a festa. Ovviamente ha composto entrambi i nomi, perchè solo oggi sapremo come ti chiamerai.
Ha scelto il sole, simbolo di vera gioia, luce, calore, senza il sole non c'è la vita. E' una scelta chiara di speranza e d'amore.
Il tuo papà è vicino a voi ora, respira con la tua mamma ogni momento della tua attesa.
Sei fortunato tesoro, nasci con la camicia, non per ciò che possiederai, ma per l'amore che ti accoglierà fuori dal grembo materno, come una coperta calda ma leggera ti avvolgerà e ti scalderà senza appesantirti e quando sarà il momento ti aiuterà a volare.
Non ti mancherà il ventre della mamma, avrai tante cose da scoprire e fino a che i tuoi occhi non vedranno più chiaro ti accompagneranno le carezze e le dolci voci dei tuoi genitori, le stesse amorevoli voci che ti hanno già letto tante belle storie e ti hanno raccontato il loro amore attraverso le loro emozioni.

Sei nata, ti ho appena vista in braccio al tuo papà, sei bella come il sole, sapevo che saresti stata AGATA, alla mia porta metterò il fiocco rosa, quello di 27 anni fa quando è nata tua madre.

AUGURI alla nuova famiglia che oggi inizia un percorso tutto da scoprire!


Agata in braccio al suo papà, appena nata!

domenica 29 settembre 2013

un altro gufetto per la famigliola

Un sasso un pò "bislacco", ha attirato la mia attenzione, per me è nato per diventare un gufetto con la testa storta, secondo voi poteva essere qualcos'altro?








mercoledì 25 settembre 2013

la famigliola dei gufetti

Eleonora, una ragazza che ho conosciuto in Trebbia mentre coloravo sassi, mi ha chiesto se potevo dipingerle una famigliola di gufetti per fare un regalo speciale ad  un'amica.
Non so se le piaceranno comunque li posto qui così li può vedere.









domenica 22 settembre 2013

filananna della nonna


Fra pochi giorni nascerà il mio primo nipote, non sappiamo ancora se sarà maschio o femmina, sarà una bella sorpresa! Nel frattempo mi alleno a ideare ninnananne, devo rispolverare la mia fantasia perchè questa nuova creatura abbia un buon approccio con le parole e le voci che lo culleranno accompagnandolo nei suoi primi momenti di distacco dal grembo materno 

Fai la nanna
nel tuo lettino
che profuma di rosmarino
fai dei sogni
tutti d’oro
che profumano d’alloro
dormi tante tante ore
perché tanto fuori piove
ma se il sole spunta di nuovo
lo raccoglieremo come un uovo
lo metteremo nel tuo lettino
dove  nascerà un pulcino
il pulcino farà la nanna
nelle lenzuola al sapore di panna
la panna è dolce come il sorriso
di un bimbo che sogna il paradiso
il paradiso dov’è la mamma

quando il suo bimbo fa la nanna!

sabato 14 settembre 2013

lettera a un amico

Credo che ognuno di noi un giorno qualsiasi abbia preso carta e penna per scrivere ad un amico
Questa è un'ipotetica lettera ad un amico/amica


Carissimo amico,

amare non è mai un errore, è la cosa che meglio vorrei saper fare; l’amore non ha sesso, non ha razza, non ha religione, non ha età, non è bello, non è brutto, non ha nemmeno un quoziente intellettivo.
Il desiderio di amare è già amore, ma siamo esseri imperfetti e facciamo tanta confusione, con fatica  districhiamo i contorti pensieri che ci assillano la mente, che pare quasi entità autonoma, separata dal nostro corpo.
Rimaniamo perplessi, scoraggiati perché questo amore che cerchiamo di mettere sulla bilancia non ha peso e sfugge a qualsiasi tipo di valutazione quantitativa. L’amore non ha prezzo.
L’amore è dappertutto, anche dall’odio spunta l’amore, anche calpestati, feriti, offesi, torniamo ad amare.
Certo vorremmo sentirci contraccambiati, stimati, coccolati, siamo tristi e forse ciechi e abbiamo bisogno di rassicurazioni e di contatto fisico.
Ma l’amore è vincente, più forte di tutto anche quando non te lo aspetti.
Sono troppo fortunata per piangere, però mi capita di farlo perché è facile a volte sentirsi incompresi e indifesi, ma volendosi bene tutto può essere risolto, ogni errore può essere perdonato.
Mi innamoro delle persone, veramente, a volte mi sento come un cucciolo che insegue la prima carezza, ma questo desiderio d’affetto mi ha procurato anche molte delusioni. Mi piacerebbe dire amore, senza fraintendimenti, perché amicizia e rispetto sono già amore e nell’amore non esiste un fine, uno scopo, se non quello di amare.
Non so se il mio comportamento ha compromesso un’amicizia, sono stata troppo egoista, eccitata dal piacere di spiegare me stessa, inebriata dal fatto che tu mi ascoltavi, forse non ho capito quello che volevi comunicarmi, forse non ti ho rispettato quando  non volevi dirmi niente.
Forse utilizzo troppe parole, ci sono momenti bellissimi in cui il silenzio ha un significato che supera di gran lunga le parole le quali possono invece celare doppi sensi ed essere mal tradotte come si fa con un linguaggio sconosciuto, però anche al silenzio possiamo dare una diversa interpretazione a seconda del nostro stato d’animo. Bisognerebbe allora basarsi solo sui fatti? Ma come si fa giudicare dai fatti, anche quelli sono influenzati da mille fattori. Parlando con te, conoscendoti, ho capito che la realtà a volte si mischia con la fantasia, è imprevedibile e non si può mai giudicare ciò che non si è provato. Ragion per cui è impossibile giudicare gli altri perchè ognuno ha un'esperienza diversa, assolutamente unica nella quale non ci si può immedesimare. In quanto a giudicare noi stessi............ siamo sicuramente troppo parziali e allora?
 Mi piacerebbe capire ed essere capita, ma le parole non riescono facilmente a definire uno stato d’animo. Se le emozioni che intercorrono fra due persone sono complementari o condivise  a volte non servono.
Insomma, capirsi è veramente un grosso lavoro, è cogliere un insieme di sfumature, è utilizzare tutti i nostri sensi, è entrare nell’altro come in un atto d’amore, a poco a poco, senza violenza,  per conoscerlo nel suo intimo, non per cambiarlo,  per trovare punti di contatto pur rispettandone le differenze.
Solo nelle mie poesie ritrovo tutta me stessa, sempre, come si sfoglia un album di fotografie io sfoglio l’album dei miei sentimenti.
Ti ringrazio per avermi dimostrato amicizia, pazienza e rispetto. Non mi fingo diversa da quella che sono, a costo di perderci, perché non m’ interessa essere apprezzata per meriti che non ho, vorrei essere trasparente, non per non essere vista, ma al contrario, per essere letta dentro.
Conoscerti è stato  puro piacere, desiderio di affetto, di dialogo, l’amicizia non ha un fine come non ne ha l’amore.
Mi sei sembrato speciale, dolce, generoso, affettuoso e ti ho voluto bene anche se probabilmente sono stata a volte impossibile, pedante, inopportuna.
Forse avevo semplicemente bisogno di parlarti, ma non si può avere sempre un amico in tasca.
Così ti scrivo.
Senza alcuna presunzione, ma con un po' di timore, spero che anche tu abbia qualche bel ricordo che mi contenga.
Quando vorrai, sarò contenta di aprire le braccia  per accogliere un amico.

Con affetto


martedì 20 agosto 2013

non solo sassi

In Trebbia non si dipingono solo sassi, fra un mese diventerò nonna e io e mia figlia ci siamo divertite a colorare il "pancione"!




qui sotto le prove del materiale


dipinto utilizzando le dita





Il giorno delle nozze

Era il giorno del mio matrimonio e, per coerenza, non volevo sposarmi senza prima essermi liberata dagli ultimi “peccati”.
Dopo essermi recata  dalla parrucchiera per una semplicissima acconciatura, sono entrata nella vicina Chiesa di Santa Maria di Campagna.
Ho scelto quella chiesa perché non era la mia ed era la più vicina altrimenti avrei rischiato di perdere per strada il proposito di confessarmi. Un altro motivo era perché c’erano i frati, solitamente più  a contatto con la gente e con la realtà,  considerati quindi più benevoli dei preti.
L’unica cosa di cui ero sicura era che volevo Mario, lo amavo e vedevo la mia vita solo con lui che mi sposava in Chiesa solo per amore mio, ma era ugualmente rispettoso del rito che lo attendeva.
Entrata in quella  Chiesa, intimidita dalla maestosità e dal buio violato qua e là da qualche gioco di luce che dai vetri colorati penetrava e colpiva i dipinti sacri, cercavo invano un frate, ma non  era  presente nessuno e i confessionali erano vuoti.
Ho suonato il campanello apposito per la chiamata dei fedeli che vogliono interloquire e dopo un po’ è arrivato.
Avevo già pensato, nel frattempo, di scappare via, ma non potevo fare questo proprio il giorno del mio matrimonio……
Ero timida, ma pensavo che non fosse giusto sentirsi così a disagio, in fondo il compito della Chiesa è quello di accogliere i peccatori, non di giudicare!
Poco dopo, nel confessionale, ero alle prese con l’Atto di Dolore, preghiera che ho sempre avuto paura di sbagliare e mi domandavo se in fondo queste convenzioni fossero così necessarie, ma era venuta anche l’ora di confessare i miei peccati, ero venuta per questo e sarebbe stato il massimo mentire proprio adesso, nessuno mi aveva costretta!
Ovviamente confessai di non essere più illibata e non ricordo le parole precise del frate, ma suonavano all’incirca così: “Il vostro matrimonio inizia su basi sbagliate e non durerà”.
Non è stata certo la frase che mi sarei aspettata di sentire, nonostante tutto ero una brava ragazza, 22 anni appena compiuti, che si accostava al sacramento del matrimonio convinta e innamorata.
Mi parve una frase cattiva, crudele, che indicava un destino già segnato.
Non ricordo nemmeno la formula dell’assoluzione, quasi non mi fosse stata data.
Mi era già capitato di non sentirmi accolta, quella volta era un prete. Anche lui non mi conosceva.
Avevo insistito tanto perché il mio fidanzato partecipasse  ad una messa domenicale e, quel giorno, ero riuscita a convincerlo ad entrare nella bellissima chiesa di S. Francesco, dato che eravamo a passeggiare nel centro storico della città.
Entrammo timidamente in chiesa a messa iniziata e ovviamente rimanemmo in fondo.
La chiesa è piuttosto lunga per cui la distanza fra noi e il parroco era notevole.
Ricordo di aver bisbigliato una parola alle orecchie di Mario, contenta di averlo al mio fianco.
La voce possente del prete tuonò: ”Le persone che stanno lì in fondo e disturbano possono anche uscire”.
Non riuscivo a capacitarmi né di come avesse fatto ad accorgersi che eravamo entrati, né di una parola detta sottovoce, comunque non poteva che riferirsi a noi per cui uscimmo subito increduli e offesi.
Forse non si può definire cattolico chi non professa con tutti i crismi e i dettami prescritti la religione, ma io so che se Mario è un ateo è l’ateo più somigliante ad un vero cristiano che io conosca.

Comunque, tornando al 20 agosto 1983, nulla potè turbare il nostro giorno di nozze  di cui oggi festeggiamo il 30° anniversario per nulla scalfitto da alcun malaugurio!




domenica 18 agosto 2013

nuovi arrivati

Tanti dei sassi colorati se ne sono andati, credo quindi che la mia pittura al fiiume sia giunta ormai al termine, salvo qualche piccolo nuovo arrivo, credo che riprenderò la prossima estate con altre forme e altri colori!
Ieri una giovane fotografa ne ha immortalati alcuni, era già venuta qualche giorno fa, ma era senza macchina fotografica,era interessata a fotografare i gufetti accoppiati che avevo posizionato sotto i salici ma non c'erano più.
Spero che a tutti voi sia piaciuto camminare fra i sassi colorati!



Un cuore di barbagianni dedicato al giovane Luca

cuori liberi


attenti a dove mettete i piedi!