venerdì 6 dicembre 2013

geometria


Anche se non vogliamo, tutto quello che diciamo o scriviamo rispecchia inevitabilmente parte della nostra realtà che, anche quando non parliamo esplicitamente di noi, traspare, seppure liberata dagli schemi, colorita dalla fantasia, dallo scherzo o addirittura dalla bugia.
Quello che siamo trasuda comunque da ogni nostra manifestazione e, per assurdo, proprio il tentativo di camuffarci dietro ad una maschera spesso evidenzia  i sogni e le paure che cerchiamo di nascondere perfino a noi stessi.
C’è sempre un motivo alla base delle nostre azioni pertanto, anche quando ci sforziamo di essere diversi, in realtà esprimiamo il nostro io.
Così come non possiamo falsificare totalmente il tratto calligrafico di un’altra persona perché è unico come il DNA, così non riusciamo a estrometterci da ciò che scriviamo nemmeno se elaboriamo un testo di pura fantasia.
Personalmente credo che anche lo scherzo sia - più o meno consciamente - un atto liberatorio, un messaggio filtrato e ingentilito dal linguaggio dell’umorismo tramite il quale possiamo dire molta più verità di quanto  oseremmo fare in una normale discussione.
Se la comunicazione verbale e scritta parlano di noi, ancor prima il nostro corpo si esprime inconsapevolmente tramite  gesti ed espressioni.
Insomma, che ci piaccia o no, i messaggi corporei sono più o meno coerenti con le nostre parole contribuendo a realizzare il nostro autoritratto.  
Certo la lettura non è facile e capita di dover interpretare la nostra stessa immagine, ma anche le cose quotidiane, apparentemente banali, trasmettono notizie su di noi.
Ad esempio, cose ne pensate del fatto che non riesco a tirare le righe con il righello, il suo utilizzo non comporta una particolare manualità, ma le righe mi risultano sempre storte, non porto l’orologio e, se lo indosso, non  mantiene l’ora, impazzisce  come la calcolatrice che usavo quando ero una studentessa.
Comunque difficilmente guardo che ore sono, non leggo  nessun tipo d’istruzione, odio consultare gli orari dei mezzi pubblici, ho la repulsione per i bagagli, vorrei viaggiare libera, leggera, ma - in ogni caso - la mia valigia non si chiude mai.
Non memorizzo la pubblicità, non faccio l’elenco della spesa e riempio il carrello così disordinatamente che dopo due prodotti non ci sta più dentro niente,  per cucinare non utilizzo ricettari e non peso gli ingredienti.
Mi piace l’ordine, ma odio le cose troppo schematiche.
Qualcuno è capace di interpretarmi?

I due testi “Geometria” in data odierna e “Sinceramente” in data 23 marzo sembrano essere contradditori. Apparentemente uno confuta l’altro perché “Sinceramente…” parla della difficoltà di essere sinceri; “Geometria” invece dell’impossibilità di falsificarsi totalmente.
In realtà l’uno avvalora la tesi dell’altro evidenziando la complessità dell’uomo e le sue contraddizioni.
La natura umana non conosce bianco o nero, ritengo che sia un errore classificare le azioni, i sentimenti e le manifestazioni umane in genere, con terminologie nette ed estremiste, ma con la mescolanza di pochi colori primari il nostro mondo si arricchisce di un’infinita gamma di  colori e infinite  sfumature si possono produrre con l’integrazione di un piccolo componente che appare insignificante. Indispensabile poi valutare l’influenza della luce attraverso la quale  guardiamo!




2 commenti:

  1. Dal caos è nato il mondo, e dal nostro caos quotidiano a volte nascono cose meravigliose, mi piace il momento qui e ora senza schemi e senza logica, però per le torte mi attengo alle dosi. Un abbraccio
    Maura

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    Risposte
    1. Chi meglio di te può sapere l'avversione che provo guardando l'orologio?
      Sono l'unica al lavoro che non segno l'ora sul cartaceo, timbro solo il cartellino elettronico senza mai dare uno sguardo all'ora. Fin'ora questo non mi ha impedito di essere puntuale agli appuntamenti o ad avere problemi sul lavoro, spero di continuare così perchè cambiare sarebbe molto difficile, in quanto a sapere il perchè di questo mio comportamento preferisco lasciarlo giudicare a voi.
      Non è che non mi piaccia la logica, anzi, ma ad esempio non condivido la tendenza moderna di giudicare le persone utilizzando dei test . Le prestazioni, l'intelligenza, l'umanità delle persone non possono essere valutate con risposte a schemi fissi, è proprio questo che ci differenzia dalle macchine.
      Con affetto
      Carla

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