giovedì 1 novembre 2012

Storie di sassi


I sassi mi appassionano da sempre. Li accarezzo, a volte lisci, a volte ruvidi, mi trasmettono sensazioni tattili uniche.
Si dice inerte, immobile, freddo come un sasso. Ma i sassi sono materia in continuo mutamento, costituiti di materiale povero, possono diventare preziosi.
Il sasso si spezza, cade, rotola dalle montagne, naviga trasportato dalle correnti di fiumi e mari, vola con gli uccelli, diventa cibo, casa, tempio, utensile, statua, strada, arma, gioco di bimbo. Può essere venerato come un Dio, fonte di energia, pietra focaia, macina, letto, sedile, tomba.
Cambia continuamente forma, anche senza l'aiuto dell'uomo, levigato dall'acqua e smussato dal vento, piacevolmente freddo o scaldato dal sole fino a spezzarsi o disintegrarsi e divenire sabbia.
Non si possono contare le sfumature di colore di un sasso e le infinità di forme, penso che ogni forma al mondo possa essere riscoperta in un sasso.
Mi affascina poi la storia che contiene, la  lunga vita che racconta senza poter parlare.
Per questo a volte mi dispiace sporcarli di colore, ma alcuni di essi proprio me lo chiedono e così cerco di donare loro l'espressione che desiderano ma quasi sempre lascio però un piccolo pezzo di pietra nuda per rispetto verso la loro identità e bellezza.


Nessun commento:

Posta un commento