lunedì 7 aprile 2014

una patata fuori stagione - metafora

Di sicuro ho un difetto, si fa per dire…….., sono molti di più di uno, comunque una cosa che purtroppo non faccio quasi mai è eseguire alla lettera qualsiasi tipo di istruzione o insegnamento, tendo a personalizzarli, preferisco fare esperienza pratica e scoprire i miei errori “sul campo”.
E proprio di campo volevo parlare, infatti l’anno scorso mi sono cimentata nella semina delle patate cercando straordinariamente di attenermi alle spiegazioni del testo che mia figlia mi aveva opportunamente regalato e dopo aver vangato, concimato, seminato, distanziato, innaffiato e zappettato, il raccolto è stato ugualmente demoralizzante.
Ieri era una meravigliosa giornata e ho pensato di preparare il terreno alla prossima semina e mentre rivoltavo zolle di terra fra le quali spuntavano grassi lombrichi ed estirpavo erbacce, solo venute alla luce alcune patate ancora attaccate alla loro verde piantina.
Nella mia ignoranza, ebbene si, lo ammetto, mi sono domandata se  quel grappolo di tuberi fossero già il frutto di quella piantina o se fossero semplicemente l’origine della piantina.
Insomma, nonostante il dubbio amletico che mi arrovellava su chi fosse nato prima fra l’uovo e la gallina, un’idea me la sono fatta. La scienza indubbiamente non riesce a spiegare tutto quello che avviene in natura, ma chi semina, prima o poi qualcosa raccoglie.
Forse non nei tempi stabiliti, forse non nella quantità sperata, probabilmente non sempre preceduta da un’eclatante esplosione di fiori profumati, ma anche se al buio e ben nascosto sotto terra, qualche frutto arriva sempre anche se la pianta - come in questo caso, la parte verde della patata - è anche un po’ velenosa!



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