mercoledì 29 ottobre 2014

telepatia

Di sicuro anche a voi sarà capitato qualche volta di essere assorti nei vostri pensieri, in assoluto silenzio e  che qualcuno lì accanto vi domandasse che cosa avete detto.
Quando mi è accaduto ho avuto l’impressione che quella persona stesse ricevendo messaggi dal mio cervello, un flusso di dati in entrata non decodificati, un linguaggio criptato non facile da comprendere, avesse quindi la percezione di una comunicazione in corso senza capirne il senso, come fossero parole giunte da lontano.
Questa eventualità mi ha sempre affascinata, da bambina fantasticavo di un mondo in cui si potessero trasmettere i pensieri telepaticamente e spostare gli oggetti con la telecinesi. Ho sempre creduto che il nostro cervello avesse potenzialità sconosciute al nostro popolo, ma dominio di antiche popolazioni estinte, non poteri sovrannaturali quindi, ma viceversa, capacità dimenticate e cancellate dal progressivo allontanamento della naturalità dalla nostra vita quotidiana pervasa dalla tecnologia e dal commercio inteso nella sua accezione più negativa.
In alcune mie poesie il tema principale è la nudità, non mi interessa confondere le acque con lucidi specchi che riflettono facendo risplendere meravigliose luci che colpiscono e abbagliano ma senza far trasparire quello che sta dietro.
Ciò non toglie che anche se sono convinta che a volte ci si capisca anche senza parole e che aspiri ad essere persona trasparente ancorchè a volte incongruente, oggi penso che la facoltà di leggere nel pensiero - attiva o passiva - sarebbe una vera e propria tortura. 
Nel caso in cui l’avessimo saputo fare nel passato, perdere questa facoltà la considero  una conquista dell’evoluzione della specie.
Immaginate quale limitazione della libertà di pensiero avremmo se tutti potessero leggerci dentro! Qui non si discute di sincerità, ma di libertà.
Una persona, dentro di sè, deve essere libera di elucubrare ciò che desidera, di viaggiare con la propria fantasia senza subire condizionamenti di alcun genere, fare, disfare, provare, ripensarci, immaginare - per il solo gusto di farlo- le cose più “impensabili”.
Insomma, anche se certi gesti o alcuni silenzi a volte valgono più delle parole e l'espressione verbale risulta faticosa e imperfetta, passibile di errori e erronee interpretazioni, ben vengano le parole,  le loro eventuali rettifiche e  precisazioni

5 commenti:

  1. la parola e l'interpretazione.
    Antonioni e Bergman misero su pellicola l'incomunicabilità.
    e pensare che alcune parole, in alcune lingue, non sono nemmeno traducibili.
    non esistono.
    come è relativa la parola.
    magari da chi la pronuncia o la scrive parte un'idea
    e da chi l'ascolta o la legge ne arriva un'altra. tutt'altra.
    a volte è empatica, a volte è frustrante.
    sicuramente ambigua.
    può essere fraintesa.
    ma può essere anche impeccabile. perfetta.
    la parola forse è un filo molto sottile.
    fra l'oggettivo e il soggettivo.

    comunque io sostengo fermamente che i silenzi,
    i gesti, gli spazi fra le parole,
    valgano esattamente tanto quanto le parole.
    come la punteggiatura in un testo.
    come le frasi trattenute da cercare nelle interlinee.
    come i vuoti fra una nota e l'altra
    che permettono la creazione di un brano musicale.
    sono materici. guai se non ci fossero! sarebbe un caos!
    John Cage il silenzio lo portò fisicamente addirittura sugli spartiti di un'intera orchestra.

    per quanto riguarda il pensiero,
    secondo me non si tratta tanto di voler leggere nel pensiero,
    per poter ficcare il naso negli affari degli altri,
    ma ad esempio potrebbe trattarsi di feeling.
    quando ci si capisce a sguardi
    (tipo: "stai pensando quello che stò pensando io?!")
    oppure di poter entrare per un istante nella mente (o forse nel cuore) di qualcuno
    per capire meglio quello che prova.
    anche al contrario, far entrare per un istante dentro di sè qualcuno,
    per fargli intendere ciò che si prova.
    e che spesso risulta difficile da esprimere a parole.
    incomprensibili, trattandosi di sentimenti strettamente personali e interiori.
    un desiderio impossibile che mi sarebbe tornato utile un sacco di volte.

    (e chi non ha mai desiderato di riuscire a spostare gli oggetti col pensiero?)
    (secondo me di nascosto, almeno una volta nella vita ci hanno provato tutti) :-))

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    1. tema a me carissimo, la parola,ti sarai certamente accorta quanto per me sia importante e quanto invece vorrei farne a meno.Sono in continua lotta con le forme di espressione, il mio desiderio è chiaro, vorrei evitare fraintendimenti ma ritengo sia impossibile eliminarli anche perchè in qualità di esseri umani, siamo in continuo disaccordo perfino con noi stessi e l'incongruenza e i nostro pane quotidiano.
      Cerco di essere coerente nella mia incoerenza. Traspare da quasi tutte le mie poesie. Ti mando qualche link a poesie vecchie, esempio http://www.cuoredisasso.it/2013/01/parole-e-gesti.html, http://www.cuoredisasso.it/2012/11/sono-nuda-qui-davanti-voi-non-copritemi.html
      e ti scrivo qui due poesi mie sempre vecchie ma che non credo di aver mai messo sul blog, fanno parte del mio libro "Frammenti di pensiero"
      Al di là


      Le parole non hanno una grande valore,
      a volte usi quelle sbagliate,
      te ne penti,
      ma ormai è detto;
      l’interpretazione non è fedele.
      A volte non servono
      e comprendersi è più facile.
      E’ proprio perché capiamo oltre le parole
      che sopportiamo le parole stesse.

      Parole


      Parole
      sfuggono impazzite
      da bocche impetuose,
      parole pungenti, confuse, sbagliate,
      parole rincorse, estorte, accattivanti,
      parole di conforto, di solidarietà, d’amore….
      Un intero vocabolario di parole
      non saprà mai dire
      ciò che si può esprimere
      con un semplice sorriso.

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    2. anche a me è un tema caro.
      te pensa che io dormo con il dizionario sul comodino.
      perchè spesso ho l'urgenza di cercare una parola
      per assicurarmi in base al significato
      se possa essere la parola giusta.
      sempre nell'ansia di non essere capita come vorrei.

      i fraintendimenti, la coerenza nell'incoerenza...
      mi sembri me.

      una parola o un'altra, anche solo la scelta della sua disposizione
      all'interno di una frase, può fare una grande differenza.
      per alcuni sono dettagli superflui,
      per me invece no! io ci stò sempre attenta.
      posso impiegare un'ora a scrivere una frase.
      e forse anche a leggerla.

      (anch'io c'ho la mania dei "frammenti"...) :-)

      ecco quella frase è perfetta:
      "è proprio perchè capiamo oltre le parole
      che sopportiamo le parole stesse".
      solo non è da tutti.

      e che mi dici, di ciò che si può capire
      guardando gli occhi di una persona?
      secondo me lì c'è sempre la verità.

      a proposito della cara "nudità"...
      una frase che ho letto e che sento molto mia, dice:
      "nessuno ci può amare veramente
      se nessuno ci conosce veramente".
      è una frase che si può ampliare
      e ci si può aprire un intero discorso a parte,
      ma era giusto per darti l'idea... del concetto.

      (scusa, ti ingombro un pò lo spazio.
      è che vado a capo spesso perchè
      mi dà l'impressione che la lettura risulti
      più facile e più lenta allo stesso tempo.
      va beh, è un mio vizio, mi piace di più per mille ragioni)

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    3. Nessuno ci può amare veramente se non ci rispetta, non si può conoscere veramente una persona, non si può conoscere da quello che appare e a volte nemmeno da quello che dimostra.
      Siamo esseri condizionati da troppe cose, è difficile conoscere persino noi stessi, ci guardiamo dentro per anni e ancora non ci siamo definiti.
      Se il sorriso fosse una maschera, allora sarebbe una maschera anche mettere a freno la violenza che è in noi. Se nessuno ci potesse amare a patto di conoscerci davvero allora non potremmo amarci nemmeno noi.
      Eppure si ama, qualche volta al primo istante e poi la conoscenza è una conquista che avviene a poco a poco.
      Noi siamo le scelte che facciamo e le nostre scelte cambiano, la vita è evoluzione, se si potesse definire una persona allora la si potrebbe immortalare in una posa per sempre, con la stessa faccia e dire che lei è quella, ma lei è quella in quel momento, in quell’attimo. La vita è una mediazione e per vivere socialmente qualche convenzione è utile, sorridere non è necessariamente una maschera se è ricerca di un approccio positivo con gli altri.
      Primo passo per accettare gli altri è accettare se stessi, questo l’ho capito bene, è stata dura ma un po’ ci sto riuscendo, grazie all’amore di chi mi è stato vicino.
      Paradossalmente è stata proprio la scoperta e l’ammissione dei propri reciproci difetti - più dell’evidenza dei pregi - che ci ha permesso di amarci a vicenda ancora di più e di provare a valicare qualche nostro limite.
      posterò sul mio blog qualche mia vecchia poesia sul tema
      ciao Carla

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  2. quando comprendi che il difetto di qualcuno, lo hai tu stessa, non riesci più biasimarglielo e anche se ancora ti infastidisce, te lo fai scivolare addosso meglio. vai oltre. e quando ti rendi conto che un difetto è reciproco, anche il litigio perde naturalmente di consistenza. di solito ci si attirano i propri specchi. per poter vedere sè stessi. l'ammissione è grande dimostrazione di umiltà. a volte non facile per tutti, per orgoglio, ma l'animo più nobile, stà nella coscienza più umile.

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