lunedì 1 dicembre 2014

come miele

Questo dolce complimento
si è incollato su di me come miele ...
lo lecco un pochino
all'occorrenza
come razione d'emergenza
mettendomi al riparo dal vento contrario
e mi basta
Rotolando su me stessa
come in una sfera ovattata
rimbalzo senza alcun timore
al riparo da ogni dolore
ma da una crepa nella lucente sfera
satura d'aria viziata da respiri di zucchero filato 
s'infiltra uno strano ma piacevole composto
d'ossigeno e azoto
Nelle narici l'anidride carbonica
mi sottrae bruscamente allo stato di benessere
in cui ero adagiata
Scuoto la sfera per aprire un varco
per sfuggire invano alla contaminazione
ho terminato la scorta di consolazione
sono costretta a vivere

12 commenti:

  1. è più consolatorio essere costretti a vivere,
    che a sopravvivere.

    ma all'occorrenza un pò di miele
    fà sempre comodo.
    dolce rifugio.

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  2. anzi ogni tanto ci vuole.
    è come una vitamina C per carburare meglio.

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    1. hai letto la mia risposta al commento sul post i sassi che diventano animali?
      Certo che ci vuole il miele, infatti non bisogna lesinarci le belle cose, se si può rendere piacevole la vita perchè rinunciare?
      Basterebbe veramente poco, pochissima attenzione uno verso l'altro e si risolverebbero tantissimi problemi.
      Egocentrismo e invidia mietono vittime più di una guerra.
      Certo tutto quello che diventa abitudine è spesso negativo perchè ci si adagia, non si riesce più a godere pienamente di ciò che si ha, ma nel momento in cui qualcosa cambia al nostro orizzonte precipitiamo nello sgomento. Se ti va vai alla poesia Altalena 18/11/2012 all'indirizzo
      www.cuoredisasso.it/2012/11/non-so-cosa-mi-stia-succedendo-ma-sono.html

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  3. dopo certi corsi e seminari, vieni a sapere che nessuno è nato per essere responsabile della felicità di qualcun'altro. e che la tua felicità non dovrebbe dipendere da nessuno. e che ogni emozione negativa è ricollegata a ferite mai risolte. poi c'è la parte di te che invece è per abitudine ancora immersa in queste dinamiche, e così ricadi nell'aspettativa, cercando attenzioni da parte degli altri. io che stò nel mezzo fra le due visioni, a volte diventa problematico, perchè ho la consapevolezza, ma allo stesso tempo seguo ancora i vecchi binari. quelli soliti, comuni. quelli a cui siamo radicati col cervello, perchè così ci ha insegnato la società. quindi per me certi discorsi, da una parte sono superati, mentre dall'altra li condivido appieno. e mi sento sempre in bilico.
    non sò però se riesci a capire...

    è vero quello che dici.
    minima variazione, massima percezione.

    ho letto ora la tua risposta, perchè a me la notifica non arriva
    e quindi poi devo ricordarmi dov'è che avevo commentato.
    e in queste sere mi addormentavo pure davanti al pc.
    comunque anch'io ti ho risposto.

    "altalena" me la ricordo bene.
    l'ho riletta anche pochi giorni fà.
    sì, quella è una poesia stra-ordinaria , che mi prende a schiaffi.

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    1. Concordo sul fatto che la nostra felicità dovrebbe nascere al nostro interno, sicuramente ci sono persone che ci riescono, però essendo animali sociali ogni interazione con gli altri lascia un segno, non siamo indifferenti a quello che capita al nostro esterno e lo spero bene.
      Trovo difficile quindi pensare che la nostra felicità possa essere totalmente sganciata da quella degli altri
      Sembra anche indiscutibile che siamo capaci di fare anche del male, altrimenti il mondo sarebbe un luogo fantastico.
      Le emozioni negative e le ferite ce le avrà procurate qualcuno, possiamo essercele inferte anche da soli ma allora alla base c'è comunque un problema di fondo che dipenderà lui stesso da un' altra negatività che nemmeno ricordiamo di aver vissuto, la cui causa comunque esiste, altrimenti perchè i traumi ce li portiamo appresso persino dal grembo materno, lì il condizonamento forse dovrebbe essere minimo.
      Non penso che questi eventi traumatici ci siano stati procurati di proposito, le nostre azioni a volte danneggiano anche senza la nostra volontà.
      E' vero siamo condizionati dalla società, ma la società siamo noi, è fatta della nostra pasta è per questo che ogni singolo può fare la differenza, se non per tutti, almeno per qualcuno.
      Dagli altri riceviamo piacere o dispiacere, il piacere è felicità anche piccola, come un sorriso, in teoria posso dire di essere felice ugualmente ma messa alla prova con una persona che mi pestasse i piedi, non so se posso dire di essere felice, posso capirla, scusarla, accorgermi che anch'io ho sbagliato, fare pace, dimenticare, ma nel momento in cui capita non posso dire di essere felice, ci rimango male, soffro e poi ... me la faccio passare, non provo rancori, ma qualcosa forse, in qualche angolino del cervello resta in memoria

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  4. ma, infatti, anch'io lo trovo difficile da pensare. però in realtà dagli altri riceviamo ciò che ci attiriamo. o ciò che ci serve per evolvere. o il nostro esatto specchio. e che sia piacere o dispiacere, dipende soprattutto da come noi viviamo la cosa. esempio, di fronte alla stessa situazione, ognuno ha reazioni diverse. spesso addirittura opposte.
    per "società" intendevo, una coscienza collettiva passiva, limitata e non consapevole.

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    1. Spesso degli altri ci attira quello che ci manca e ci serve per completarci, ma perchè qualcuno sia attratto dalla violenza questo non lo capisco.
      E' vero, le reazioni delle persone sono diversissime, infatti non credo che sia possibile capire le persone tramite test attitudinali o altri schemi predefiniti a tavolino

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  5. parlavo di attrazione magnetica, a prescindere da quella istintiva (beh, io a differenza di altri, sono molto più attratta dalle similitudini), esempio di attrazione magnetica: sei o ho la ferita del rifiuto, attirerò persone o situazioni che mi faranno rivivere quella ferita, se ho la ferita dell'abbandono, idem. se mio papà l'ho sempre visto come una persona assente, mi attirerò un compagno che sarà sempre assente, se invece mi criticava spesso, mi attirerò qualcuno che mi criticherà spesso, oppure se io stessa mi giudico troppo, mi attirerò persone da cui mi sentirò giudicata. se mia nonna aveva forti sensi di colpa, probabilmente anche io li avrò...
    sui test attitudinali, anch'io ho qualche dubbio, però, a capire le persone, c'è chi in qualche modo, almeno in parte c'è riuscito. paragonandole ai fiori (Bach), dividendole in cinque ferite con relative corporature fisiche (Lise Bourbeau), dividendole in nove tipi (enneagramma), con la numerologia analizzandone la data di nascita, considerandone la nascita stessa (rebirthing), osservandone l'albero genalogico (costellazioni familiari), i caratteri fisiognomici... e anche se sono solo piccole parti, in realtà fanno capire tanto sulle persone.
    certe cose non sei in grado di spiegartele razionalmente, ma osservandole con l'ottica giusta, puoi almeno avvicinarti un pò a comprenderle.

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  6. anzi, non sei in grado di spiegartele razionalmente, per come fino ad ora sei stata abituata a pensare e a vedere le cose. è quello il problema.

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    1. Molti studiosi di psicologia e antropologia sociale affermano- e questo è un dato scientifico-statistico probabilmente inconfutabile - che i figli cercano di riproporre nella loro vita adulta quanto hanno subito da bambini. Non credo che valga sempre e in ogni caso, l’umanità è piena di varianti e meno male, altrimenti sarebbe una vita già prevedibile e preconfezionata. E’ giusto secondo me studiare e sapere tutte queste affascinantissime cose e io sono molto attratta dalla psicologia e quant’altro studi il comportamento umano, ma ho sempre cercato di vedere dentro di me, il mio caso specifico, perché possiamo aiutarci a capire attraverso gli studi ma poi ognuno è un caso a se. Siamo tanti piccoli mondi che insieme costituiscono un universo che interagisce, ma siamo diversi e unici. Nel caso di una coppia ad esempio, è utile avere punti di vista comuni per poter prendere le decisioni importanti insieme ma è anche bello e attraente completarsi a vicenda condividendo le nostre differenze. Quando dico che si cerca quello che ci manca, intendo dire che, se in un certo momento ho bisogno di qualcosa mi sembra ovvio essere attratta da chi me la può offrire. Nel mio caso, ad esempio io non ho scelto un compagno che assomigliasse a mio padre, abbiamo tanti punti in comune, ma abbiamo anche tante differenze. Mio padre è una persona bravissima ma non ho mai apprezzato il suo carattere, il suo fare autoritario, la sua difficoltà di dimostrare apertamente l’affetto. Ho cercato di non avere il suo atteggiamento e di discostarmi dal suo metodo educativo, nonostante gli voglia bene e abbia imparato a comprenderlo, da bambina ho avuto causa sua qualche sofferenza che mi ha comunque segnata.

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  7. la psicologia (senza offesa), per noi è un pò "superata". ma, scusami, stò sbagliando io. perchè in effetti ti stò scrivendo cose che, io stessa stò iniziando a capire soltanto ora, dopo dieci anni di seminari che mi hanno spianato la strada. e ripensandoci mi rendo conto che, concetti che io ormai dò per scontati, per altri non sono affatto semplici. anzi, sembrano proprio assurdi. e senza basi, senza le giuste fondamenta, qualsiasi mia risposta è del tutto inutile. esempio, se ti dicessi che la vita in realtà E' prevedibile e preconfezionata, probabilmente mi prenderesti per matta e ti arrabbieresti pure. non l'accetteresti. ed è normale, è logico, finché non entri in una certa ottica, non puoi capire. te lo posso dire perchè un pò mi vedo in te, anch'io ero attratta dalla psicologia, dalla filosofia, dal cercare di capire le cose e me stessa nel modo classico. e ho sempre creduto di essere una e unica ed imprevedibile. invece poi, seguendo alcuni seminari (e ci tengo a precisare che non si tratta di sette che fanno il lavaggio del cervello), purtroppo o per fortuna, molte delle mie credenze e dei miei princìpi, hanno iniziato a sgretolarsi. tutt'ora, mi succede, e non è facile ammettere a me stessa d'essere molto più banale e scontata di quanto pensassi. nel senso di cui ti ho parlato nella mail. ma più parlo e più forse ti confondo le idee. quindi è meglio se mi fermo. non voglio incasinare il discorso. sono concetti complessi, che hanno necessariamente bisogno di una spiegazione chiara per essere compresi, e un commento o una mail non bastano. di fatto stiamo parlando due lingue diverse. solo che io la tua la conosco, perchè è da lì che provengo e in buona parte è ancora lì che sono pure io, ma tu non conosci la mia, perchè ti mancano dei passaggi. non è una critica, anzi, sono anche convinta che tu saresti molto più brava di me a decifrare certi meccanismi e certe dinamiche. bisogna solo che resetti completamente il tuo modo attuale di concepire la realtà. sò che detto così può sembrare brutale, ma poi quando ci entri viene naturale. viene da sè. comunque non significa che ciò che scrivi è sbagliato. a me piace ciò che scrivi. e mi ci sento anche vicina. infatti tanto di ciò che scrivi lo condivido perfettamente. e ti dò pienamente ragione su molte cose.

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    1. Sai non sono proprio sicura di voler intraprendere un percorso simile, mi sarebbe piaciuto in passato saperne di più ad esempio di psicologia ma poi quando leggo testi scritti ad es da pedagoghi mi passa la voglia.
      Non mi piace per niente il modo di leggere le persone così categorico e schematico, non mi piace chi dice che DEVI fare in un modo anzichè in un altro e rifiuto di essere solo un insieme di causa ed effetto.
      Se in chimica mille cause uguali (forse) hanno come conseguenza lo stesso effetto, non posso credere che questo riguardi il genere umano.
      Vorrebbe dire che sarebbe giustificabile un piccolo bombardamento chimico per produrre magari la stessa causa in tutti in modo che simultaneamente tutti diventiamo "bravi bambini" per un mondo migliore!
      Vorrebbe dire che non esistono valori, cultura, insegnamenti, educazione che tengano, siamo alla stregua di cavie di fonte a il tunnel per cercare il cibo.
      Credo che una persona sia unica e non si possa riprodurre la stessa causa indentica e non si avrà mai lo stesso effetto identico sebbene simile e che non siamo affatto così prevedibili. Chi è che può prevedere cosa faremo e cosa diremo, come saremo, solo noi stessi o anche gli altri?
      Se solo noi stessi, è ovvio che possiamo manipolare da soli i nostri pensieri e adeguarli alla casistica e ingannarci da soli, se sono gli altri allora perchè non riescono a prevedere le cose gravi che succedono e ad evitarle?
      Perchè solo in pochi hanno questo potere?
      Se questi pochi non hanno simpatia per gli dei e per i santi e nemmeno per i cuori è chiaro che pensano davvero che siamo un po' come le macchine, ogni uomo della terra ha affidato ad un dio l'inspiegabile. Possiamo anche essere atei, possiamo essere agnostici, possiamo credere in entità che non riesce ad identificare, ma non possiamo spiegarci tutto, non possiamo sapere tutto e non possiamo essere certi nemmeno di quello in cui crediamo oggi.
      Questo è quello che penso, non so come si chiami il vero Dio, se esiste, ma spero che qualcosa esista oltre il nostro essere pura materia perchè altrimenti avere uno spirito telecomandato non avrebbe senso.
      Il senso della vita, questa è una bella domanda!
      Sanno dirmi qual'è il senso della vita?
      Danno anche un limite alle parole del vocabolario?
      Non è che questi "guru" si sentono loro stessi un dio?
      Non so, probabilmente non potrei mai essere una insegnante perchè ho sempre il beneficio d'inventario su ciò che dico.
      Certe idee, in linea di massima le condivido, ma categorizzarle no,


      Di seguito ti scrivo un ballata che ho composto qualche anno fa mentre ero in bicicletta, ferma al semaforo, all’incrocio di viale Malta con via Beverora, esprime il dubbio e l'incertezza dell'essere.
      IL MONDO

      Un mattino mi svegliavo
      che ballavo, che ballavo
      un giorno mi svegliavo
      che piangevo
      e non sapevo,
      un giorno mi vedeva
      di notte vestita,
      un altro la natura
      di rosa era fiorita.
      La ragione di questo
      non sapevo
      e mi struggevo
      fino a quando
      mi scoprii
      fra le grandi mani
      di un Dio.
      Suo figlio giocava
      ed il mondo era una palla,
      noi uomini
      i burattini,
      la nostra vita,
      i nostri destini,
      legati al volere di un piccino
      cui il nostro mondo pareva carino.


      So di non sapere niente di quel percorso, so di non sapere nulla in generale, non ho mai ascoltato quella persona e non vorrei essere sembrata io categorica, sono sempre disposta a ricredermi, penso che il cervello debba sempre e comunque lavorare, qualsiasi cosa si faccia, guai a spegnerlo!

      E' sempre un piacere parlare con te
      con affetto Carla

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