venerdì 7 febbraio 2014

non solo aforismi

Molti hanno  fatto della scrittura una professione, li ammiro e li invidio un pò.
Per scrivere romanzi o per scrivere poesie non basta mettersi a tavolino pensando a qualche bella frase, le parole devono uscire da sole, le idee devono scorrere fluide, scomporsi e ricomporsi come un fiume con i suoi immissari ed emissari, la diga che lo fermasse  asciugherebbe il suo letto. Non  si può prenotare una piena, scrivere non è un mero esercizio estetico, non si possono ricercare le parole giuste come non si possono ricercare a priori i giusti colori per dipingere un quadro, sarà l’ispirazione di quel momento a scegliere per te. Uno scrittore (o un poeta)  ha spesso provato sentimenti forti, ha sofferto psichicamente o fisicamente e ha trovato naturalmente il modo per far uscire le sue emozioni attaccandosi in maniera a volte maniacale alle sue passioni per sfogare la propria energia e non implodere.
Le poesie sono attimi di lucida follia, bagliori improvvisi che illuminano cervelli folli, solo in quell’attimo la luce rischiara la realtà e la lascia scoperta perché la realtà è spesso un nonsenso.
Non è indispensabile però essere grandi scrittori o grandi poeti.
Leggere e comprendere è una delle cose più necessarie per la nostra vita poiché la nostra  cultura  viene trasmessa per lo più tramite la scrittura e  una corretta grammatica, anche se non indispensabile,   oltre a rendere scorrevole e piacevole la lettura,  è il codice che stabilisce come interpretare l'insieme delle parole che altrimenti avrebbero un significato comprensibile  solo per chi le scrive.  Scrivere è un atto di comunicazione e pertanto è l'atto liberatorio per eccellenza, è un'attività necessaria quanto leggere perché tramite la scrittura si può liberare la fantasia per catturarla poi sulla carta, la magnifica e profumata carta e rendere reale quel racconto che non sapevi nemmeno di avere dentro.
Scrivere, prima di essere un fatto pubblico,  è indubbiamente  un fatto personale, intimo e chiarificatore del proprio io.
Ben vengano quindi gli scrittori, anche se sconosciuti, se non ne beneficerà il mondo della letteratura ne beneficeranno almeno loro stessi.
Si perderebbe meno tempo a scrivere i nostri pensieri che a cercare frasi dette da altri, anneghiamo fra i copia e  incolla di aforismi scritti da persone che pensiamo famose o importanti.
Perché non possiamo esprimerci con le nostre parole? Non avrebbero forse lo stesso peso? Ce ne vergogniamo? Forse nessuno le leggerebbe, ma perché?
Perché spendere qualche minuto per leggere quello che scrive un amico è impensabile, meglio scorrere con lo sguardo le immagini, come  bambini che guardano le figure di un libro colorato.
Certo leggere qualcosa di nuovo, addentrarsi nel testo da interpretare è difficile, è come immergersi nei sentimenti di qualcuno, bagnarsi con le sue lacrime e ridere delle sue gioie. Leggere è quindi partecipare e partecipando si sviluppa il senso critico che serve per migliorarsi,  ma quando si legge qualcosa scritto da un amico forse potremmo anche chiederci se ha bisogno di qualcosa o - se ha bisogno solo di essere ascoltato -regalargli un cenno di risposta.

A tutti piace parlare ma non ascoltare
a tanti piace scrivere ma non leggere
se provassimo a sforzarci di amare entrambe le cose
potremmo provare a volare e sono sicura che ci riusciremmo



Non c’ero quando la tua più grande lacrima
non è servita a riempire il mare
non c’ero quando il tuo grande dolore
è stato racchiuso in un guscio di noce
nulla sono di fronte a questo grande mare
sono più piccola di questo guscio di noce
ma sono qui ora





1 commento:

  1. credimi, non è "mai poco" esserci, non è importante da quanto ci si è ma come ci si è
    un bacio Stefottarte

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